La mia Roma Ostia (e le mie paranoie!) – di Riccardo Formai

Finalmente ci siamo: manca una settimana alla nostra amata Roma Ostia! Sì, è vero, io e mia moglie Loredana stiamo preparando la maratona di Boston, che resta l’obiettivo primario, ma la “Mezza più partecipata d’Italia” è sempre un appuntamento emozionante che infiamma il nostro orgoglio Bancario e alimenta il desiderio di prestazione.

Dopo un lungo di 30km corso la scorsa domenica, abbiamo attentamente scaricato questa settimana per non arrivare stanchi: la Roma Ostia si sa: si fa sempre a tutta (pacer esclusi)! Il mio piano era, visto il passo del PB precedente a 4:05 (1:26:12, Fiumicino 2018) e delle ultime 14-15km sempre ben sotto i 4’/km, di cercare di mantenere una media di 4:00 o poco superiore.

Purtroppo, già da sabato mattina i sintomi di una infame quanto inopportuna influenza (la prima importante da circa 5 anni!) si palesano con mal di gola e spossatezza. Resto lontano dal termometro (meglio non sapere, in questi casi) e comincio la mia battaglia a colpi di tachipirina.

Tra il sabato pomeriggio alla Casa Roma-Ostia e la domenica mattina al ritrovo pre-gara, ricevo molti incitamenti a tenere duro da tanti amici, Bancari e non. In particolare, il grande Leoncini mi ricordava che ci si aspettava da me un PB come si deve, stavolta! “Tanto è solo influenza, no? Nessun infortunio, vero?” In realtà un ginocchio un po’ dolorante l’avevo ma era inaspettatamente diventato un problema meno che trascurabile! Sotto effetto paracetamolo, cercavo di ignorare lo stato febbrile e la voce alla Pappalardo (che mi avrebbe abbandonato quasi del tutto nei successivi due giorni). Pensavo solo che dovevo comunque puntare a 1h25’… Chissà, magari anche 1h24′ sarebbe stato possibile.

Domenica mattina è nuvoloso, la temperatura, fresca, è perfetta. E’ solo un po’ umido e ventoso da S-SE. Per fortuna non ci sono vento forte e caldo come da previsioni. Dopo un po’ di riscaldamento con Loredana e Gianluca B., trascorro con lui gli ultimi minuti prima della partenza disquisendo di passo gara e previsioni, cercando di mediare tra i nostri desideri teorici e le reali condizioni personali.

La tattica era partire a 4’/km per i primi 10km, magari qualcosa meno nei primi 5, senza però seguire i palloncini di 1h24′ (Giovanni Argentieri e Nick Cardellini, magistrali!) per non rischiare di imballarmi. Se nonché, a 4km li raggiungo mentre correvano intorno ai 4’10″/km e per un po’ valuto se seguirli e risparmiare le energie in questa prima fase, rischiando però di non riuscire a recuperare in seguito, oppure se mantenere il mio ritmo. La seconda opzione mi sembra più sicura. Chiudo i primi 5km in 19’54”, il passo è ok ma ancora è presto come riferimento.

Mentre aspetto il passaggio ai 10km, si verifica il momento cruciale della gara. Chissà come, alla mia 7a Roma-Ostia, la testa mi dice che la salita del camping sarà al 13° km invece che al 10°! Tutto ciò però forse mi ha aiutato perché passo i 10km in 39’43” e mi faccio tutta la salita dell’11°km a 4:25. A questo punto, con i quadricipiti che iniziano a pizzicare, penso addirittura: “mah, questa salitella non me la ricordavo…”! Il 12°km spiana un po’ ma è sempre salita. Io, che incredibilmente ancora non avevo capito, bevo il mio gel e penso: “Accidenti, già sono stanco! Non riesco ad andare più veloce di 4’10”/km, la gara è andata!”. Mentre chiudo il 12°km in 4:08, vengo raggiunto dal gruppo di 1h24’ e questo rischia di darmi il colpo di grazia. Decido però che non posso farmi staccare e mantengo il loro passo. Solo durante i successivi 3km fatti a 3:48-3:49 in cui guadagno qualche metro sui pacer, mi rendo conto che il camping è ormai passato e riesco anche a recuperare un po’ di fiato, grazie alla discesa. Il pubblico mi fa tenere alta la concentrazione perché, appena dopo il mio passaggio, sento sempre qualcuno dire: “ecco i palloncini!” e non voglio farmi raggiungere di nuovo!

Passo i 15km in 59’44”, ancora 16” sotto i 4’/km e penso che ormai siamo al punto in cui si può fare un bilancio. Mi sento bene e sono sul filo di 1h24, basterebbe continuare a 3:58 (come se fosse facile, 18 mesi fa non riuscivo a tenerli nemmeno sui 10km!). Passo i 20km facendo il miglior parziale (19’42”/5km) senza neanche soffrire l’ultimo strappetto tra 19° e 20° km. Ormai è fatta: so che starò sotto 1h24! Raggiungo e saluto per un momento i fortissimi Sau e Tummolo (neanche il tempo di pensare “come mai sto qui con loro?” che li vedo allungare oltre la mia portata!). Sfrutto il primo tratto del biscotto finale col vento alle spalle e, dopo la curva, stringo i denti. Ora il vento è contrario e la gola è secca e infiammata e mi graffia ad ogni respiro ma vedo il display che segna 1:23 e, felicissimo, chiudo in 1h23’37”, poco sotto i 3’58”/km, correndo gli ultimi 1097m a 3’48”/km. Ci penso e non ci credo! Sono centinaia i runner davanti a me ma mi sembra ugualmente di aver fatto un’impresa! Questa sensazione mi terrà compagnia nei prossimi giorni… che passerò a letto afono e con la febbre alta ma con un sorriso scolpito da parte a parte sul viso!

Concludono la giornata epica, il crono di mia moglie che riusciva a centrare l’obiettivo di 1h35’ e dell’amico Bancario Gianluca che, partito pensando a 1h28’, si porta a casa un fantastico 1h25’ quasi netto.

Doverosi complimenti a tutti i 293 Bancari al traguardo, dei quali 65 al proprio Personal Best e 125 che hanno migliorato dallo scorso anno (fonte sito GSBRun). Forza ragazzi, non mollate mai!

 

RICCARDO FORMAI

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