We run Rome – di Paolo Fedele

In questa serata di giugno,  a tre giorni del solstizio d’estate, si recupera la We Run Rome, gara che doveva, come tradizione, essere disputata nel giorno del passato San Silvestro, annullata, dopo numerose polemiche, il giorno precedente, per evitare che il contagio del Covid 19, a causa degli inevitabili assembramenti, potesse ulteriormente diffondersi.

Il recupero di questa gara è un altro segnale che le attività umane, qualunque esse siano, stanno riprendendo l’andamento normale.

La gara gode dell’egida della Fidal, quindi un percorso perfettamente misurato di 10000 metri.

Perché sottolineo questo, ci sono molti organizzatori di gare, che per evitare di pagare gli onerosi balzelli richieste dalla Federazione, accorciano o diminuiscono di pochi metri la classica misura dei 10 km, lo stesso discorso vale per altre classiche distanze, e si sottraggono dal retribuire quanto richiesto dalla Fidal, con buona pace dei Top runner e dei Tapascioni, la mia categoria, che bramano di fare il cosiddetto Best sulla distanza prevista. Personalmente non mi sento di condannare questi organizzatori che non vogliono aggiungere a tutte le voci di spesa, e sono numerose, la voce Tassa Fidal. Anche per questi motivi, e non solo per questi, negli ultimi anni, anche prima della pandemia, la voce “numero iscritti” è in continuo calo. Diversamente se si vuole “godere” dell’egida Fidal, chi vuole mettere in piedi gare su strada, si trova costretto ad aumentare i prezzi delle iscrizioni.

Tipica “italica” soluzione

Eccoci alla gara.

Avrei voluto riposare nel pomeriggio, ma dovete sapere che nella zona di campagna vicino la mia abitazione, i galli cantano H24.

Il non abituale orario di partenza gara, pone davanti a qualche interrogativo.

A che ora partire da Civitavecchia? Mangiare si o no qualcosa?

A me piace stare alle location sempre in largo anticipo, anche per dare una mano, ove necessario, all’installazione del Gazebo. Il problema alimentare è risolto mettendo nello stomaco un panino con la marmellata, poi si vedrà.

Durante il viaggio il Coach De Luxe mi anticipava che il Pio Oronzini era, in largo anticipo al Biscotto, per tirare su, da solo, il Gazebo. Lo trovo che stava ultimando l’impianto elettrico, ovvero la luce nel tendone. Persone come il nostro Alex vanno protette, da considerare patrimonio dell’Unesco, ma soprattutto patrimonio del GSBR.

Insieme a lui metto in ordine, per misure, le magliette sopra le quale c’è scritto il nome del Rione di Roma. E di questo aspetto parleremo dopo.

Arriva Super Ignazio e prende corpo la formazione: Manuel alle magliette, il sottoscritto ai pettorali e Ignazio alla contabilità.

Lenta, ma continua è la distribuzione dei pettorali, una buona metà dei nostri atleti ne era già in possesso, avendolo ritirato in prossimità della data originaria, ovvero 31 dicembre scorso.

Come al solito molti runner non Bancari chiedevano pettorali al nostro desk. La nostra Presidente Laura ha riesumato la famosa gag del turista fai da te in questo senso:

” Podista Bancario? No!!Ahi Ahi Ahi!”. La scena è subito on line e sarà presto “virale”.

Si avvicina l’ora fatidica e dovendo camminare per oltre 1500 metri, ci avviamo per tempo.

Ritorna anche a Joelette, con capitano l’immenso Andrea Moccia e alfieri, in ordine alfabetico, Arrigoni, Cacciani, Caponeri e Farina. A dar man forte al nostro Team, si sono aggiunti i prodi Emiliano Antoniozzi e Pasqualino “Paskyrun” de Pasquale. Più siamo e meglio siamo. Ho capito quanto sia faticoso portare la Joelette. L’ho portato  per una decina di metri e non è stato facile. Immaginate l’arduo compito che spetta al nostro quartetto, con un percorso che dire tecnico è puro eufemismo.

Ci avviamo alle “onde” e qui la nota dolente.

Intendiamo la mia vorrà essere una critica costruttiva, basata sulla mia esperienza.

Come recitava il regolamento le posizioni in griglia di partenza non erano assegnate in base ai tempi ottenuti dai vari podisti, ma in base al Rione di appartenenza. Una decisione quantomeno singolare.

I primi ad adottare in Italia la partenza a Onde siamo stati noi del GSBR, con la Roma Ostia, dove i più veloci partono in testa e via via tutti gli altri, e la classifica viene sempre stilata in modalità “Real Time”.

Cosa è successo invece, a comporre i Rioni c’erano podisti iscritti alla competitiva e non dei 10000 metri e alla gara dei 5000 che seguiva, nei pressi di via del Tritone, un percorso diverso.

A comportato che podisti che corrono a 4/km si siano trovati  avanti gente molto lenta o addirittura camminatori. Anche il sottoscritto, che corre a 5,20, a dovuto “zig zagare” per molti tratti di gara.

Gli iscritti singoli conoscevano bene il Rione di appartenenza, per quelli di società era più difficile. Si è scoperto che il Rione era scritto sulla busta, ma quando il podista ritira la busta controlla che ci sia il pettorale e le spillette e poi cestina la busta e non legge altro.

Parte la gara, non sapendo a quale fosse la mia onda, mi schiero nella seconda, anche perché davanti mi si parava una muraglia umana.

Molti podisti, invece, si sono posizionati dove meglio ritenevano. Controlli insistenti.

Nonostante le descritte difficoltà riesco a correre i primi 2000 metri a cavallo di 5,20/km. altri 500 metri e circumnavigata Piazza del Popolo iniziano i dolori,ovvero  la salita con i tornanti  di viale D’Annunzio e viale delle Magnolie. Per fortuna ho fatto tesoro dei consigli del Coach e faccio allenamenti collinari. Passati i 4000 metri, con la discesa, arriviamo a Via Veneto, quartiere raccontato dal genio di Federico Fellini con la “Dolce vita”. Ed era giusto passare per un largo, dedicato al regista riminese.

Si fa fatica a leggere le segnalazioni chilometriche, scritte a terra. Ma essendo impegnati a guardare avanti, per non sbattere contro i podisti più lenti, ci si basava sulle indicazioni del proprio Garmin.

Poco più avanti, un po’ nascosto, il ristoro di mezza gara. Sarà il km più lento, mi sono fermato a bere e ho un po’ sofferto la salita del Traforo.

Si continua e si arriva al 6° km in via Nazionale per poi arrivare in discesa a Piazza Venezia passando per via 4 Novembre e via Battisti. Metto il turbo(!) e l’andatura scende sotto i 5,30/km. da piazza Venezia in poi il percorso copia quello della parte finale della Maratona di Roma a cavallo del 2010, ovvero quelle che ho corso io. Si arriva alla Bocca della Verità e la rampetta in salita ci porta a via dei Cerchi e al Circo Massimo. Le mie gambe girano che è una bellezza.

L’ultima fatica è la salita di via San Gregorio e il tratto che costeggia il Colosseo.

Manca meno di un km e riesco a correrlo, complice il tratto in discesa, a  5/km che per me è tanta roba. Questo tratto riporta alla memoria, con malcelata emozione, i miei arrivi delle tre maratone di Roma da me corse. Taglio il traguardo e vedo i pacer dei 6,30/km. A conferma che questo meccanismo delle non ha funzionato a dovere.

Ricevo prima la medaglia e poi il ristoro che non è proprio all’altezza della situazione.

Ecco i numeri. 2110 arrivati. Il paragone con i 2749 finisher del 2019 è puramente statistico.

Un’altra data, 31 dicembre, e un altro contesto.

Vanno aggiunti 979 arrivati della non competitiva. Non si conosce il dato numerico degli arrivati della 5 km.

Vince la decima edizione della We Run Rome il moldavo Maxime Railneau in 30,15. Ai lati del podio l’atleta del Burundi Olivier Irabaruta e l’italiano Daniele D’Onfrio delle Fiamme Oro Padova. 30,23 e 30,39 il loro rispettivi tempi.

Doppietta Keniana in campo femminile. Prevale Nancy Kerage con 35,40, segue Brigi Kabergei con 36,28 e l’italiana Francesca Bertoni, Aeronautica Militare, con 36,49.

Pronostico rispettato per le classifiche di Società. Vince Podistica Solidarietà con 189 arrivati. A debita distanza LBM con 126 e noi del GSBR con 113.

E veniamo alle cose di casa nostra.

8 no show.

La gara maschile è vinta da Nick “the Quick” Cardellini con 36,35. Arriva dopo 24 secondi Roberto Del Negro. Per loro due primi due posti nella categoria M45. Si classifica terzo, a debita distanza, Fabrizio Baldini con 39,36.

Seguono Francesco Gambacorta con 40,59; Francesco Muccichini 41,58; Fabio Sicari 42,09; Michele Mauriello 42,39; Valerio Jorio 42,45; Matteo Maggini 43,03; Armando De Sossi 44,01.

Da 11esima: Dorin Sirghi 44,08; Ivan Casaburi 44,20; Simone Crocesi  44,36; Antonio Di Massimo 44,42; Francesco Ventola 45,09; Marco Berghi 45,19; Paolo Galasso 45,27; Antiono Mascaro 46,06;

Giuseppe Castellano 46,09 e Adamo Carbone 46,16.

Segnalo il terzo posto nella cat. M75 di Federico Toni e il primo posto F75 di Antonia Catini.

E parliamo delle nostre ragazze.

Medaglia d’oro a Laura Ciccacci con 47,24, argento a Federica Ronsivalle  50,11 e bronzo a Laura Duchi con 50,53.

Seguono: Nadia Riccardi 51,04; Alessandra Testa 51,45; Sarah Giordano 51,48; Barbara Cifani 52,29;  Maria Felicetti 53,05; Simona Cuculi 53,46; Ilaria Sgarlata 54,13.

Da 11esima: Sara Fiorillo 54,37; Angelica Antonese 55,02; Maria Laura Turco 58,55; Federica Marini 58,58; Ianira Forte 59,18; Valeria Barucci 63 netti; Federica Quattrocchi e Marie Eve Grandi con 66,32; Donatella Ortolano 69,20; Antonia Catini 72,48; Alessia Quadrello 80,19 e Teresa Cistaro 82,42. E le donne le abbiamo citate tutte.

Ma non dimentico gli eroi della Joelette: il nostro Dream Team chiude con 47,35.

 

Buone notizie arrivano da Campagnano Romano con la Vallelunga Race. Secondo assoluto Antonio Nicola Marracino e prima assoluta Luminità Lungu in una distanza di 9700 metri. Ai tempi belli erano 10 chilometri

Solito clima di festa all’arrivo al Gazebo. Se il ristoro ufficiale non è stato corposo, a porre rimedio ci hanno pensato Nadia Ricciardi e Manuel Arrigoni che hanno portato dolci. Purtroppo non sono riuscito ad assaggiare la ormai leggendaria crostata di Manuel, ma c’è da sottolineare che i Muffin ai vari gusti portati da Nadia erano buoni anzichenò. Il tutto annaffiata da buona birra.

Che dire alla fine. Una bella gara con un bel percorso nelle belle strade di Roma.

Peccato per qualche sbavatura (eufemismo), ma sono certo che alla prossima occasione, 31 dicembre 2022, si porrà rimedio.

La mezzanotte si avvicina e come direbbe Marzullo, un giorno finisce e un nuovo giorno ha inizio.

Punta la prua della mia Oscar Mobile verso Civitavecchia e in capo a un ora sto a casa.

E’ stata l’ultima gara di campionato prima della sosta estiva, ma sono in calendario delle gare consigliate e precisamente la Jennesina, 1 luglio, la Salitredici al monte Amiata del 17 luglio  l’Arrampicata di Tolfa del 27 agosto. E poi riprende il campionato sociale.

Ma ora godiamoci la bella stagione.

Buon Estate GSBRUN, Alè!

 

Paolo Fedele

 

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