Sant’Ippolito di Paolo Fedele

Ci sono località di gara che lasciano il segno nel bene e/o nel male.

Per quanto mi riguarda è senza ombra di dubbio Fiumicino.

Entrambe le cose mi sono accadute nell’anno di grazia 2010.

Alla  Mezza, all’epoca si correva in Febbraio, al termine della gara, ho accusato un malore, che ha provocato, grazie a Dio, più paura che danni.

Da li ha avuto inizio la mia escalation podistica che è culminato con la gara del S.Ippolito, al termine della quale, davanti ai compiaciuti Coach de Luxe e Manuel “Harris”, conseguì il best sui 10000 in 43’07”, tuttora imbattuto e dubito fortemente che sarà ritoccato.

 

Dopo la pausa elettorale riprendono le gare e il nostro Campionato Sociale, in un mese, quello di ottobre, che avrà l’evento più importante domenica 16, la Roma Urbs Mundi, non disputata nel 2020 causa pandemia e l’anno successiva sostituita con la Roma Ostia Half Marathon.

Un appuntamento da non perdere.

 

La sveglia suona quando l’alba è ancora a divenire. Neanche il gallo di quartiere ha preso servizio.

Utilizzo le italiche ferrovie e durante il viaggio mi arriva un forte incoraggiamento dalla nostra Francesca Giambuzzi, lei era impegnata a correre per 23 km nei boschi della via Francigena.

A Ostiense trovo Mr  Marathon Man, al secolo Enzo Gianni, andiamo all’appuntamento, solito, con Sergio Pugliese, direzione Fiumicino.

Non si fatica trovare parcheggio e ben presto ci portiamo al cospetto degli Angeli del Gazebo, come sempre nelle persone di Manuel Arrigoni, Andrea Cacciani e Super Ignazio Farina.

Prendiamo i pettorali e via a socializzare.

L’aria è ancora frizzantine e si indugia non poco a mettersi in assetto di gara.

Un paio di km di warm up, durante il quale ritrovo la mia concittadina Simona Tamburrini, nota per essere la “postina volante”, e tutti sotto lo striscione a fare la foto di gruppo.

L’ora fatidica si avvicina, ma prima, con malcelata emozione, il patron della gara, Ciro Bossa, ha voluto ricordare la figura di Roberto Giacalone, tecnico di calcio, recentemente scomparso.

La colonna sonora della gara, da quando è stata corsa la prima edizione, era naturalmente la sinuosa musica del Bolero di Ravel, che nella sua edizione originale dura 27 minuti.

Solo dopo aver ascoltato quella musica possono partire le danze, o meglio i podisti.

Metto subito le cose in chiaro, e forte dell’allenamento settimanale allo Stadio delle Terme, alla presenza di Rosaria Console (i 5 miglia di Luciano), parto con veemenza ben sotto ai 5/km.

Vado avanti cosi, ma il diavolo ci mette lo zampino, nella forma della scarpa slacciata. Riallacciarla mi costa non meno di 30 secondi, ma riesco a trasformare la rabbia che si era impadronita in me , in energia nelle mia gambe. L’intento era quello di scendere sotto i 50 primi.

In progressione rimonto il gruppo, i mille metri più lenti li ho corsi a 5 netti.

Negli ultimi 1000 metri riesco a sorpassare il grande Leone Castellana, come era successo all’Arrampicata di Tolfa,  ma poi non ne avevo più.

A testimonianza dello spirito di gruppo e amicizia, il buon Leo, dopo il traguardo, mi ringrazia, perché l’avermi contro sorpassato ha consentito lui di sopravanzare 2 M70 e arrivare secondo in questa  categoria. Chapeau.

L’ultimo incoraggiamento mi arriva, ben accetto, da Vincenzo Mariano Russo, grazie a lui ho modo di fare l’ultimo scatto nei 50 metri finali.

Un urlo di soddisfazione saluta il passaggio sotto l’arco di arrivo. A quasi 66 anni, scendere sotto i 5 a km, per me, è come aver conseguito il best.

Veniamo ai numeri

484 gli arrivati. Nel corso dell’ultimo decennio,la gara, dopo aver abbondantemente  superato i mille arrivati nel 2012, si attestava sempre fra gli 800 e i 900 arrivati.

Il numero si è quasi dimezzato, la colpa non certo dell’organizzazione, ottima, ma del calo generalizzato che si sta avvertendo ogni gara, unita al fatto che nel cuore di Roma si correva la Cardio Race, con le sue distanze spurie,  dove i partecipanti potevano fare dei controlli cardiaci gratuiti. La cosa, ovviamente,  ha stimolato la partecipazione.

Tra i maschi il podio si concretizza in  32 secondi.

Vince la 17esima edizione del Trofeo S.Ippolito il giovane Matteo Cuozzo della Lazio Atl. Leggera impiegando 32,21. Appena 17 secondi in meno rispetto al nostro Danilo Martin. Terza piazza per Sergio Errico Eder, di Run&Smile in 32,53

Tra le ragazze vince la compagna di squadra di Cuozzo ovvero Burcin Sonmez con 36,26.  A debita distanza arrivano Valentina Raponi di Tiburtina Running, con 38,34 e Cecilia Fiori di villa Guglielmi con 38,59.

Netto è il primato del GSBR nella classifica di società con 69 arrivati. Seguono i ramarri di Villa Pamphli con 50 e i Purosangue con 41

Parliamo un po’ dei nostri.

Parte alta del podio per Danilo Martin, secondo gradino per Carlo Fornario, con 36,20 e Ugo Zamparelli con 36,28.

Seguono Manuel Arrigoni 36,48; Gabriele La Vecchia 37,36; Pasqualino de Pasquale 37,51; Marco Caponeri 38,12; Fabrizio Baldini 38,57; Andrea Cocciolo 39,48 e Claudio Clementi 39,50.

Da 11 esima posizione: Vincenzo Mariano Russo 39,59; Andrea Neri 40,16; Stefano De Julis 40,25;

Ignazio Stefano Farina 40,26; Giuseppe Castellano 41,13; Alessandro Arigoni 41,15; P.Luigi Ciardi 41,20; Razvan Marius Huza 41,48; Fabio Francisci 42,21 e Fabrizio Lucidi 42,42.

Le ragazze le nominiamo tutte.

Medaglia d’oro al femminile per Sarah Erma Giordano con 47,05, argento alla Presidente Laura Duchi con 48,03 e bronzo a Nadia Riccardi con 48,35.

Seguono: Valentyna Smolyar con 50 ,59; M.Laura Turco 56,26; Valeria Barucci 56,32; Sara Belà 58,14 e dulcis in fondo l’immensa Antonia Catini con 70,19.

Premi di categoria per Duchi, Turco, Catini e, tra i maschi, Fornario, Zamparelli, Fedele e Castellana

Palpabile in me era la soddisfazione. Dopo l’inconveniente dei lacci, credevo non fosse possibile raggiungere l’obiettivo prefissato. Ma non ho mollato.

Lasciatemi citare la prestazione del mio concittadino allenato da Claudio Ubaldi,  Edoardo Nasti, l’ho visto letteralmente crescere. Il suo crono 40,49 ha permesso di farlo classificare tra i primi cento. Ha trentuno anni, il futuro è suo.

A fine gara non potevano mancare le crostate, una con le noci e una con la marmellata. Non ho capito bene chi le ha confezionate, ma a loro vanno i miei complimenti.

Si riprende la via di casa e dimentico di prendere il premio come quinto di categoria. Una bottiglia di vino, magari qualcuno se la berrà alla mia salute e a quella del GSBRun.

Passo il tempo sul treno leggendo della brillante vittoria del Napoli e del relativo primo posto in classifica.

Prossima gara nel complesso militare della Cecchignola.

Ma mente e cuore sono rivolti all’evento del 16 ottobre, ovvero la Roma Urbs Mundi.

Gara di 15 km che non mancherà di attraversare le più belle vie di Roma.

Dobbiamo essere in tanti.

Forza GSBRun, Alè!

Paolo Fedele

 

 

 

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